Il sistema tavolare della pubblicità immobiliare è unico, ma importante, istituto derivato dalla legislazione austro-ungarica rimasto in vigore nelle province di Trento, Bolzano, Trieste, Gorizia ed in alcuni comuni delle province di Udine, Brescia, Belluno e Vicenza
E’ certo che già fin dalla prima metà del secolo XIV l’istituto mostrava quei principi giuridici che valgono ancor oggi a fondamento del moderno diritto tavolare. Sappiamo infatti che in quel tempo la Boemia possedeva una raccolta di consuetudini riguardanti i registri pubblici nei quali dovevano venire iscritti tutti gli atti di costituzione e di variazione dei diritti reali, e che non si accordava l’iscrizione se non in base alla prova della validità del titolo nonché della legittimità del diritto del dante causa (es. venditore, donante, ecc.). Di pari passo veniva introdotto il principio fondamentale secondo cui l’iscrizione non è una semplice prova bensì un requisito "sostanziale" per l’acquisto ed il trasferimento della proprietà e dei diritti reali su immobili.
A poco a poco, il principio si estese alle regioni vicine, fino ad essere accolto dal codice civile universale austriaco nel 1811, che lo rendeva obbligatorio per tutte le province dell’Impero, disciplinando poi l’istituto con la Legge generale 25 luglio 1871 B.L.I n. 95, legge richiamata con modifiche nel nostro ordinamento giuridico dal R.D. 28 marzo 1929, n. 499. La Legge Tavolare è quindi un complesso di norme avente carattere di diritto speciale, vigente nei territori già soggetti all’Impero austro-ungarico ed annessi all’Italia dopo la I Guerra Mondiale, che prevale sulla Legge Civile comune, qualora con questa incompatibile.